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Espositore Universale
Prodotto da Biennale Democrazia e Fondazione Sandretto, a cura di Black History Month Florence

"Espositore Universale" can be translated as "universal display" or "universal exhibitor", where the Italian term "espositore" relates to "exposition" and "expo". The Valentino Park, where the sculpture was placed, was in fact the site where several expos took place since late XIX century, notably  the world's fair of 1911, the year of the Italian invasione of the Ottoman Libya. More specifically "Espositore Universale" was installed just in from of the Botanical Garden of Turin, not fare from the highly controversial Museum of Criminal Anthropology Cesare Lombroso, the Anatomy Museum (an uncanny display of dead human bodies) and the apparently more innocent Museum of Fruits, showcasing incredibly beautiful fruit casts. 

This spiral-shaped structure of "Espositore Universale" recalls the aesthetics of modernist utopia but, being built in electro-welded mesh, it also recalls an unfinished artefact, and a cage. Its function is in fact ambivalent: it displays and at the same time it imprisons, revealing how every "body" exposed undergoes a form of coercion.

Through conservation and "showcasing", these institutions (museums, botanical garden, expos) have historically produced forms of knowledge functional to the political and ideological needs of their time (including colonialism). The installation therefore suggests a reflection on the extraction of knowledge from living and non-living bodies (human and non-human ones), which have been imprisoned, confiscated, catalogued, archived, reproduced in the form of hyper-realistic casts, analysed, dissected, cultivated (in the case of the botanical garden), preserved, conserved...

However, the grid of the cage is wide enough to allow many of the non-human inhabitants of the Valentino park to cross it: for them those meshes are just passages.

Espositore Universale è una struttura spiraliforme posizionata nei pressi dell’Orto Botanico di Torino. La sua forma ascensionale richiama le estetiche dell’utopia modernista, ma essendo costruito in rete elettro-saldata, ricorda anche un manufatto incompiuto, ed è di fatto una gabbia. La sua funzione è del resto ambivalente: mette in mostra e allo stesso tempo imprigiona, rivelando come ogni “corpo” esposto al suo interno subisca una forma di coercizione. 

L’Espositore Universale evoca sia l’attività espositiva storicamente situata nel Valentino durante le esposizioni internazionali (sedicenti universali) e nazionali, sia le pratiche delle diverse istituzioni di conservazione presenti nel parco e nelle sue vicinanze: lo stesso Orto Botanico, il Museo della Frutta, il Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso, il Museo Anatomico. Attraverso la conservazione, la ricerca e la “messa in mostra”, queste istituzioni hanno storicamente prodotto forme di sapere e immaginari strettamente connessi alle necessità politiche e ideologiche del proprio tempo. L’installazione di Contini suggerisce dunque una riflessione sull’estrazione di conoscenze dai corpi viventi, che di volta in volta sono stati imprigionati, confiscati, catalogati, archiviati, riprodotti nella forma di calchi iper-realisti, analizzati, dissezionati, coltivati (nel caso del botanico), preservati, conservati.

La maglie della gabbia sono tuttavia abbastanza larghe da permettere a molti dei corpi presenti nel parco del Valentino, viventi e non, di traversarla: quelle maglie sono per loro passaggi, punti di fuga, spiragli.

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